mercoledì 21 agosto 2013

Tipo che ... "Keep calm and" in tutte le salse

Come ogni cosa inflazionata dico BASTA alle declinazioni dei varie “Keep calm and…”.
Uno slogan di cui i più non conoscono l’origine.
Quanti di voi sanno che questo tormentone del Web in realtà nasce con lo scoppio della seconda guerra mondiale?


KEEP CALM AND CARRY ON (Mantieni la calma e vai avanti), neanche a dirlo ha origine nel 1939 quando il governo inglese stampò lo slogan motivazionale su alcuni manifesti per tenere alto il morale della popolazione, terrorizzata dalla guerra contro le truppe di Hitler. La scelta della corona stilizzata a capo della frase stava altresì a significare che il messaggio veniva profuso direttamente dal Re Giorgio VI.
Finita la guerra, dimenticato lo slogan, nel 2000 ad Alnwick un paese  inglese nella regione di Northumberland, i proprietari della libreria Barter Books ritrovano questo manifesto.
Barter Books è una delle più grandi librerie di libri usati in tutta Europa, all’interno di un capannone ferroviario sulle cui pareti oggi troneggia quello che è il manifesto originale di Keep Calm.


Inutile dirvi che nella Home page del sito della Barter Books campeggia il video che ne racconta la storia.

KEEP CALM AND CARRY ON è un’incitazione diventata di moda che oggi vediamo storpiata in mille modi. Gli adattamenti della nobile scritta, non riguardano solo lo slogan che all’occorrenza si trasforma in frasi ironiche e bizzarre: Keep calm and eat a cupcake o Keep calm and blog on ma la stessa corona stilizzata viene sostituita da oggetti diversi.
 

 
Per non parlare poi di tutte le varianti di colore e le immagini fotografiche usate per lo sfondo. Gli adattamenti non vengono usati solo per produrre poster, ma anche gadget di vario tipo: dagli zerbini alle tazze, dalle cover per smartphone alle shopper, dalle t-shirt alle spille.


Insomma, da fenomeno di moda si è scaduti nel farlo diventare il tipico caso “tormentone” che ci continua a tormentare.

sabato 3 agosto 2013

Tipo che … l’isola di Lampedusa è senza librerie!

Giusto l’altro giorno ho iniziato a sognare l’isola, e sapendo di ritornare in un posto di cui ho ancora vivo il ricordo di dieci anni fa, ho iniziato a navigare in rete per raccogliere notizie. Ho così scoperto che il Sindaco Giusi Nicolini qualche giorno fa a Roma ha sottoposto al Ministro della Pubblica Istruzione, Maria Chiara Carrozza il problema della sofferenza culturale di Lampedusa che non solo manca di una libreria ma – dice il Sindaco – “non abbiamo neppure una biblioteca per i bambini ma stiamo lavorando alla sua realizzazione".

Giusi Nicolini ha altresì lanciato un appello tramite i social network, scrivendo: “Lampedusa non ha una biblioteca e neppure un negozio dove potere acquistare libri. Voi ci vivreste mai in una città dove non è possibile comprare libri? Io non ci credo! Quindi se in giro per casa avete libri, di qualsiasi genere, che non leggete o avere già letto e di cui volete sbarazzarvi, aderite all’iniziativa”.  

Detto e fatto. In poche ore, grazie a Facebook e a Twitter, sono state centinaia le adesioni.

 

Anche io mi unisco alla voce del Sindaco al quale vanno spediti i libri nuovi e usati per aiutare l’isola ad aprire una biblioteca.

In un mondo globalizzato è impensabile che un paradiso italiano rimanga senza lettura!





 




giovedì 1 agosto 2013

Tipo che … quando le foto di Instagram diventano un tormentone

Chi ce l’ha non ne fa più a meno e chi non ce l’ha cerca subito di cambiare cellulare per farsi uno smartphone. Sto parlando di Instagram, l’applicazione fotografica per iPhone e Android più scaricata e famosa per supporti mobile e tablet. Sicuramente è sempre con te, perché il cellulare te lo porti sempre dietro.
Un mezzo di intrattenimento così usato, che ha conquistato amatori e professionisti della fotografia: facile da usare che ti permette di modificare il tuo scatto applicando uno dei 15 filtri vintage. Inoltre, a rendere il tutto più interattivo è la possibilità di geolocalizzare la foto e di condividerla immediatamente con i tuoi amici di  Facebook, Twitter, Tumblr e Foursquare, ecc.

Ma forse questo lo sapevate già … la cosa che magari vi è sfuggita è che questo mezzo mediatico è talmente usato che è in grado di generare delle vere e proprie mode che dilagano sulla rete. E come tutte le cose che vengono eccessivamente usate non poteva mancare una giusta e divertentissima parodia.
 
Vi dice niente l’hashtag #vertigoway usato soprattutto dalle blogger per mostrare dettagli dell'outfit.
 
 
Oppure #patacam, che già solo il nome è tutto un programma. Sembra una competizione tra chi ha il ventre più piatto, in una stagione in cui l’estate arrivando in ritardo ci ha messo allerta dai chili di troppo altrettanto in ritardo, ma ecco qui che la moda di Instagram trova la soluzione al tuo “non buttarti giù”, si perché sono bravi tutti a mostrare una pancia piatta come una tavola sdraiati su un lettino con il fiato tirato! Una moda questa che si è tirata dietro anche quella delle gambe snelle e depilate che primeggiano davanti a un bel mare o in qualsiasi altra location vacanziera. Posa questa, forse più farlocca della precedente: tutte le gambe se riprese dall'alto e piegate sembrano più magre, perché la forza di gravità manda il grasserello sotto, e l'effetto liscio l'ottieni grazie ai filtri di Instagram. Lascio stare i piedi con le unghie appena smaltate immersi nelle acque più cristalline.

 
 
Per finire o meglio a cominciare con #pancione, una moda che è ancora alla moda soprattutto tra le mamme che vogliono urlare al mondo il loro nuovo stato di donna. Dal primo al nono mese un escursus fotografico della pancia che lievita. Questa più che una moda è una voglia di condividere all’ennesima potenza la bellezza di essere mamma.
 
 

martedì 30 luglio 2013